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PRESSIONE FISCALE ARTICOLO

LA PRESSIONE FISCALE IN ITALIA…UN ALTRO RECORD
Eravamo il Paese più bello del mondo…oramai giorno dopo giorno riceviamo notizie e dati che ci
tolgono il sorriso e la speranza nel miglioramento. Ultima è quella di un nuovo record che nessuno
nel pianeta invidia: la pressione fiscale è tra le più alte nel mondo, considerando anche il sommerso,
ovvero quella immensa parte di gettito che manca in cassa e che fa aumentare di fatto il carico
fiscale percentuale che grava sui cittadini onesti. Di recente è stato diffuso dalla banca mondiale il
rapporto annuale sulle tasse pagate in base al quale risulta che su 100 euro di utili realizzati da
un’impresa, un 65,8% è destinato a imposte, tasse e contributi. Se ne deduce quindi che
il livello di tassazione delle nostre imprese è il più alto tra quelli dei paesi Europei presi in esame. È
chiaro che abbiamo un problema. Un grosso problema. Se non si scioglie questo nodo, andare avanti
è un processo non solo impossibile, ma anche impensabile. Il punto sta nel risolvere questo
problema pesante come un macigno, che impedisce all’economia italiana di respirare e crescere in
maniera sana. Se un’impresa guadagna e deve versare al Fisco molto più della metà dei propri utili,
allora che senso ha parlare di misure per la ripresa? Senza contare il fatto che, in linea generale,
questi interventi mirati alla crescita il più delle volte hanno mancato l’obiettivo. Prendiamo ad
esempio il bonus degli 80 euro, i consumi non sono aumentati, anzi il calo è costante. Tornando al
rapporto, vediamo che si sottolinea come il peso maggiore sulle spalle delle imprese italiane sia
rappresentato dal costo dei contributi, per fronteggiare i quali le aziende devono mettere le mani
su quasi il 35% degli utili. Altrettanto onerosa è poi la tassazione diretta, incluse IRPEF e IRES.
Insomma, una serie di ostacoli alla ripresa… imposti da quello stesso Stato che dovrebbe lavorare
per toglierli dalla strada. La via migliore e auspicabile sarebbe quella della riduzione degli
adempimenti e della contrazione del livello di tassazione. Solo percorrendo questo cammino
potremo venirne fuori. A nulla servono dunque i dibattiti televisivi, se di fondo mancano le misure
concrete. I politici e i governanti sciorinano giorno dopo giorno lezioni imparate a memoria,
affermando che le tasse sono state ridotte. Ma di quali tasse stiamo parlando? Questa gente,
dovrebbe vedere quello che davvero accade tra i contribuenti, parlare con loro e registrarne il
disagio. Provassero a parlare con gli artigiani e con gli imprenditori, soprattutto quelli afferenti alla
piccola distribuzione!! Così potrebbero toccare con mano la loro insoddisfazione. O provassero a
chiedere a uno qualsiasi dei tanti commercialisti italiani cosa ne pensa del fisco! In quel caso
avrebbero una risposta chiara e pulita: nel sistema normativo e tributario la situazione è peggiorata,
gli adempimenti aumentano e sono sempre meno comprensibili e meno utili. Questa è la realtà!
Amara quanto vera! I politici ne prendessero atto! La smettessero con i proclami! Ormai ci resta
solo la speranza che arrivino pure i FATTI!!
Dott. Comm. Laiso Roberto
Responsabile fiscale Codacons