CONTENUTI > Articoli > 2016 > 05 > CIBO SPRECATO

CIBO SPRECATO

CODACONS CAMPANIA ONLUS
Coordinamento delle Associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e consumatori
84122 Salerno Via M. De Angelis n. 1  089 252433 www.codacons.it e-mail: codacons3@tin.it SEDE NAZIONALE SUD
CIBO SPRECATO .
Non ve ne abbiate a male! Oggi per il mio esordio in questa rubrica non darò alcuno dei consigli che ci
si aspetta da me: non parlerò di contratti, clausole vessatorie, telefonia o altro. Voglio raccontare una
storia che mi sta a cuore e che non vorrei che, passata la vetrina di EXPO, venisse messa nel
dimenticatoio: lo spreco alimentare !
La metà del cibo che viene prodotto nel mondo, circa due miliardi di tonnellate, finisce nella spazzatura,
benché sia in gran parte co mmestibile. Solo nei Paesi industrializzati, ogni anno, vengono buttate 222
milioni di tonnellate di cibo: una quantità che sarebbe sufficiente a sfamare l’intera popolazione
dell’Africa Sub Sahariana . Le cause di questo spreco di massa sono numerose . Innanzitutto le nostre
cattive abitudini: molto spesso infatti cibi freschi e surgelati finiscono nella pattumiera o perché non
sono stati conservati in maniera adeguata o perché erroneamente ritenuti scaduti e quindi dannosi per
la salute . Il produttore, attraverso le indicazioni riportate in etichetta , ha l’obbligo di informare il
consumatore sulla durata del prodotto. In considerazione della tipologia della merce e del suo grado
di deperibilità, la legge vigente consente due tipi di informazione rappresentate dalle indicazioni :
“consumare entro” e “consumare preferibilmente entro…” La prima dicitura , riferita soprattutto a prodotti
facilmente deperibili , indica il ciclo di vita del prodotto superato il quale il suo consumo POTREBBE
rivela rsi dannoso per la salute. La seconda, invece, ci fornisce una indicazione di massima, per cui il
prodotto, se ben conservato (secondo le istruzioni indicate sulla confezione), mantiene intatte le sue
caratteristiche fino ad una certa data, superata la quale, tuttavia può essere ancora utilizzato anche se
a discapito della sua qualità e freschezza iniziale. La confusione e/o l’ignoranza dell’esatto significato
dell’informazione resa spesso induce il consumatore a cestinare facilmente cibi ancora commestibili.
Ogni anno, il cibo prodotto e divenuto rifiuto senza essere consumato, sperpera un volume di acqua
pari al flusso annuo di un fiume come il Volga; utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno - quasi il 30 p er
cento della superficie agricola mondiale - ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate
di gas serra. Nel mondo industrializzato, la maggior parte del cibo sprecato viene dai consumatori che
ne comprano troppo e poi lo buttano. Nei p aesi in via di sviluppo si tratta invece di sprechi dovuti a
un'agricoltura stentata o alla mancanza di modalità di conservazione. In Italia ogni anno finiscono tra i
rifiuti dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, per un valore di circa 37 miliardi di euro. Un
costo di circa 450 euro all’anno per famiglia. Secondo le stime dell’Osservatorio sugli sprechi del 2015 ,
a livello domestico in Italia si sprecano mediamente il 17% dei prodotti ortofrutticoli acquistati, il 15% di
pesce, il 28% d i pasta e pane, il 29% di uova, il 30% di carne e il 32% di latticini. Cibo che basterebbe CODACONS CAMPANIA ONLUS
Coordinamento delle Associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e consumatori
84122 Salerno Via M. De Angelis n. 1  089 252433 www.codacons.it e-mail: codacons3@tin.it SEDE NAZIONALE SUD
a sfamare , secondo le stime, circa 44 milioni di persone . Si tratta di una cifra notevole, soprattutto se
si considerano quante famigliee soprattutto bambini, specie in alcune regioni del Mezzogiorno (Puglia,
Campania e Sicilia), vivono in condizione di disagio alimentare . Nel tentativo di arginare il fenomeno è
in itinere in Parlamento un progetto di legge per ridurre gli sprechi alimentari. Il testo, già licenziato dalla
Camera e ora al vaglio del Senato prevede, tra l'altro, la possibilità per gli operatori del settore
alimentare di cedere gratuitamente le eccedenze alimentari, idone e al consumo umano, a favore di
persone indigenti. Le donazioni sono consentite anche oltre il termine minimo di conservazione ,
purché siano garantite l'integrità dell'imballaggio primario e le idonee condizioni di conservazione, e,
nel rispetto dei requis iti di igiene e sicurezza e della data di scadenza, possono essere ulteriormente
trasformate in prodotti destinati in via prioritaria all'alimentazione umana o al sostegno vitale di animali.
Possono essere donati anche i prodotti finiti della panificazione che non siano stati venduti o
somministrati entro le 24 ore successive alla produzione. Inoltre p er ridurre gli sprechi alimentari nel
settore della ristorazione , il testo prevede che le regioni possa no stipulare accordi o protocolli d'intesa
con gli operatori del settore per promuovere l’uso, nella ristorazione, di contenitori riutilizzabili, realizzati
in materiale riciclabile, idonei a consentire ai clienti l'asporto dei propri avanzi di cibo . In attesa che
questa proposta diventi una legg e, tra l’altro già presente in molti paesi europei, potremmo cominciare
da soli “a fare la differenza” modificando le cattive abitudini e assumendo comportamenti più
responsabili che gioverebbero alla nostra persona e alla nostra tasca. Acquistiamo soltant o quel che ci
occorre evitando l’eccesso; prestiamo attenzione alle etichette ed alle informazioni che queste possono
fornirci sulle caratteristiche del prodotto e sulla scadenza; verifichiamo la conservazione del prodotto e
assaggiamolo, prima di cestinar lo. L’industria ogni giorno, sempre di più, tende a creare bisogni più
che a soddisfarli! Diventiamo quindi CONSUMATORI consapevoli e riflessivi e non ostaggi del mercato.
Il miglior modo per tutelare i propri diritti è la conoscenza! Non ingoiamo il rospo!
Avv. Raffaella D’Angelo Uff. Legale CODACONS