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IL FISCO E LA SEMPLIFICAZIONE IL GRANDE RAPPORTO IDILLIACO

IL FISCO E LA SEMPLIFICAZIONE: IL GRANDE RAPPORTO IDILLIACO
Secondo il dizionario della lingua italiana semplificazione sta a significare: “ riduzione in aspetti o in elementi
più semplici; riduzione della complessità, eliminazione di difficoltà; rendere semplice qualcosa di più
complicato” ; basta confrontare il significato che ci viene fornito dal dizionario della lingua italiana e quello
che cercano di “venderci” come “semplificazione fiscale” per capire che in realtà non vi è coincidenza alcuna
tra i due termini.
Partiamo dal modello 730 pre-compilato che, anche quest’anno - come nel 2015 - non ha superato l’esame...
il tutto a svantaggio esclusivo dei contribuenti!
Per il mutuo, non è stata inserita la voce relativa agli interessi delle rate relative alla prima casa, infatti, in caso
di passaggio da una banca all’altra è facile che la cifra sborsata sia sbagliata o del tutto assente. Nella parte
relativa alle spese sanitarie, dovrebbero essere incluse le visite specialistiche, gli esami di laboratorio e i
medicinali acquistati con ricetta, mancano le spese per i farmaci da banco, quelle per gli occhiali e le spese per
i fisioterapisti. E’, dunque, il contribuente a doverli aggiungere.
Un’altra imprecisione è quella relativa al certificato dei redditi del lavoro, l’ex CUD per intenderci. All’interno
dello stesso devono essere presenti infatti anche i certificati relativi alle prestazioni occasionali, o per esempio
i secondi lavori. Se mancano, ancora una volta sarà il contribuente a doveri inserire tali dati; e ancor di più c’è
da dire che nel caso in cui il contribuente non li inserisse dovrà pagare una sanzione, anche se il dato, trasmesso
al Fisco dal datore di lavoro, non è inserito dall’Agenzia delle Entrate. Che paradosso, non trovate?
Criticità anche sui dati relativi agli arredi e alle ristrutturazioni edilizie di cui si è chiesta la detrazione Irpef in
base alle disposizioni sul Bonus casa. Intanto le due voci risultano sommate. Poi se il contribuente ha pagato
con la carta di credito o bancomat e non con “bonifico parlante”, non troverà la spesa conteggiata nel modello
pre-compilato. In realtà l’Agenzia avrebbe il dato anche se la l’acquisto è stato saldato con carta di credito, ma
non è in grado di estrarlo.
Dalle spese sanitarie incomplete agli interessi per le rate sul mutuo della prima casa. Dai certificati cui redditi
del lavoro sulle prestazioni occasionali alle detrazioni su arredi e ristrutturazioni. Dati mancanti o se presenti
non è detto siano precisi. L’unica certezza? Sarà necessario controllare scrupolosamente la dichiarazione dei
redditi telematica proposta dall’Agenzia delle Entrate a disposizione online dal 15 aprile. Tanto vale compilarla
ex novo. Ma attenzione: non accettando il 730 pre-compilato non si è più esclusi dai controlli formali. Un
monito che, come l'anno scorso, seguita a suonare minaccioso, mentre la giostra della falsa semplificazione,
impunita, continua a girare...
Passando invece ai nuovi regimi contabili c.d. “semplificati”, ci soffermiamo in particolare sul regime
forfettario per gli imprenditori e i piccoli professionisti. Questo ci viene presentato come un regime contabile
che, ad ascoltare i “venditori di parole”, rappresenterebbe un altro esempio di semplificazione fiscale. Questo
ci è stato presentato in maniera tale che lo stesso imprenditore sarebbe in grado di fare tutto da solo senza la
consulenza del commercialista. Bene. Studiando la dichiarazione dei redditi che dovrebbero fare i cosiddetti
“forfettari ” ho trovato l’ennesima conferma sulla semplificazione di cui vi ho parlato. Infatti, ci hanno detto
che il reddito lo si calcola semplicemente applicando alcune percentuali alle fatture emesse e ai ricavi, senza
dover registrare nient’altro. Quando poi vai a compilare il modello di Unico e ti aspetti di dover indicare solo
alcuni dati strutturali, dal momento che non si compilano neanche gli studi di settore, ti accorgi
della fregatura . Infatti per alcuni quadri (in particolare RS ) vengono richiesti una serie di dati che non
avendoli registrati, inserirli ora, risulta praticamente impossibile...
Risultato? Cosa cambia rispetto alla gestione della contabilità ordinaria o semplificata?! …Niente!
Se questa continua a essere l’ idea di semplificazione fiscale, non resta che modificare il significato della parola ‘ semplice ’ sul vocabolario della lingua italiana. Oppure svegliare dal sogno tutti quelli che continuano
a credere che il fisco voglia veramente aiutare i contribuenti.
Roberto Laiso
Dottore Commercialista