CONTENUTI > Articoli > 2016 > 09 > SCANDALO BUONUSCITE POSTALI
SCANDALO BUONUSCITE POSTALI
A tutti i dipendenti postali suggeriamo di agire con il Codacons per vedere riconosciuto il proprio diritto alla rivalutazione dell’indennità di buonuscita
SCANDALO BUONUSCITE POSTALI NON RIVALUTATE DAL 28-2-1998
A tutti i dipendenti postali suggeriamo di agire con il Codacons per vedere riconosciuto il proprio diritto alla
rivalutazione dell’indennità di buonuscita.
I FATTI. A partire dal 28 febbraio 1998 le poste italiane sono state trasformate, con legge, da ente pubblico
economico (Ente Poste Italiane) in società privata per azioni (Poste Italiane SpA).
La legge finanziaria del 1998 italiana aveva previsto che i lavoratori assunti prima della privatizzazione
dell’azienda avessero diritto:
- per gli anni di lavoro antecedenti al 28 febbraio 1998, all’indennità di buonuscita maturata sino a
quel momento;
- mentre, a partire dal 28 febbraio 1998, al trattamento di fine rapporto (TFR).
Ciò ha comportato un danno per i pensionati e per i lavoratori che, nella propria pensione, non vedono e
non vedranno incrementato il valore della propria buonuscita poiché, anziché essere rivalutata tenendo
conto di tutti gli anni effettivi di lavoro e delle connesse progressioni professionali, sarà calcolata invece
sull’ultimo stipendio prima del collocamento in pensione, dunque subendo un arresto al 28 febbraio 1998.
LA NORMATIVA EUROPEA. Ebbene, l’Italia con questa legge non ha rispettato la normativa europea, che
invece impone di considerare tutti gli anni effettuati dal personale trasferito ai fini anche del trattamento
previdenziale.
Tale obbligo infatti è previsto dall’art. 3, n. 1, primo comma, della Direttiva 77/187 CEE ed è stato
confermato dalla Corte di Giustizia Europea con la sentenza del 14 settembre 2000 con cui ha sancito la
salvaguardia dei diritti economici dei lavoratori anche se l’ente pubblico presso il quale hanno lavorato si è
trasformato in un soggetto privato.
In Italia purtroppo la Corte Costituzionale ha fornito una interpretazione in base alla quale è stata sancita la
sostanziale legittimità costituzionale del sistema disciplinato dall’art. 53 comma 6, lett. a), della legge n.
449/97, rilevando altresì che il danno derivante dal differimento dell`erogazione dell`indennità di
buonuscita rispetto al momento della sua determinazione troverebbe compensazione nella previsione
dell`unicità del rapporto e nel rispetto delle anzianità maturate, con i conseguenti riflessi sui livelli delle
retribuzioni e, quindi, sulla base di calcolo della quota da determinare ai sensi dell’art. 2120 del codice
civile.
La Corte di Cassazione, sulla scorta delle argomentazioni svolte dalla Consulta, nella sentenza n. 366 del
2006, ha suffragato la legittimità di calcolo dell’indennità di buonuscita sulla base della retribuzione
maturata al 28 febbraio 1998, momento a partire dal quale il dipendente postale matura il diritto al TFR.
La Corte di Giustizia Europea, invece, si è pronunciata nel senso della legittimità di una richiesta di computo
dell’indennità di buonuscita sulla base del trattamento retributivo in atto al momento della risoluzione del
rapporto di lavoro, come pure sul riconoscimento in favore dell`indennità di interessi e rivalutazione
monetaria.
Contro quest’ingiustizia tutta italiana, il Codacons ha intrapreso un’iniziativa per:
1) chi è un dipendente di Poste Italiane Spa assunto con un contratto prima del febbraio 1998;
2) chi ad oggi non ha ancora maturato il diritto al pensionamento, oppure se è andato in pensione da
non oltre 5 anni.
L’AZIONE COLLETTIVA DEL CODACONS PREVEDE
1) Il Codacons invierà una diffida collettiva al governo, a nome di tutti i dipendenti delle Poste aderenti, al
fine di richiedere allo Stato Italiano: a) di recepire la normativa comunitaria e la giurisprudenza della Corte di Giustizia con contestuale
esposto alla Commissione Europea per l`avvio di una eventuale procedura di infrazione contro
l`Italia
b) l`erogazione di un indennizzo, a tutti i dipendenti di Poste Italiane aderenti a questa azione Codacons, equivalente al mancato riconoscimento dell’anzianità maturata dal 1998 sino alla data
del pensionamento, come danno provocato dal Governo per il mancato recepimento delle
normative europee.
2) in caso di infruttuoso decorso del termine di 90 giorni o di risposta negativa, verrà instaurato un Giudizio
collettivo avanti al Tribunale Civile.
In tale giudizio verrà inoltre richiesta la rimessione della questione alla Corte di Giustizia, al fine di risolvere
il contrasto tra normativa italiana e Comunitaria, laddove ad esser pregiudicati dalle norme di diritto
interno sono diritti fondamentali dell`individuo, in quanto la Corte Costituzionale ha, diverse volte,
affermato che la rivalutazione dei crediti da lavoro dipendente costituisca forma di attuazione dell`art. 36
della Costituzione (Corte Cost. 204/1989; 401/1993).
Quindi, chi lavori in Poste italiane da prima del 28 febbraio 1998 e deve ancora andare in pensione oppure
se sia andato in pensione da non oltre 5 anni e voglia partecipare a questa azione, si può iscrivere al
Codacons e all’azione ENTRO E NON OLTRE IL 31 NOVEMBRE 2016, seguendo le indicazioni dal sito
www.codacons.it
, su cui sarà possibile trovare tutti i suggerimenti e la documentazione da presentare.
Presidente Codacons Campania
Prof. Enrico Marchetti