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Autore/i: Codacons Campania Tag: servizi

BLOCCO STIPENDI STATALI


Blocco degli stipendi statali
Il Codacons ha avviato un’azione collettiva
Dal 2010 gli stipendi dei pubblici dipendenti sono fermi non fruiscono, cioè, dell’adeguamento
rispetto all’aumento del costo della vita calcolato in base agli indici ISTAT.
In virtù del mancato adeguamento si calcola che ogni dipendente ministeriale abbia perso, in
termini di mancato aumento salariale, circa 2.700 euro lordi l’anno.
Tale blocco, imposto nel 2010 dall’allora Governo al fine di far risparmiare alle casse
pubbliche circa 11 miliardi di euro, è incostituzionale.
Ad affermarlo è stata la stessa Corte Costituzionale la quale, con la sentenza n. 178 del 24
giugno 2015, ha stabilito che il blocco dei contratti del pubblico impiego è illegittimo ed
incostituzionale ma ha limitato tale illegittimità solamente al periodo successivo alla
pubblicazione della sentenza, per cui esso non ha effetto retroattivo.
Considerato che il Governo non ha dato ancora attuazione alla sentenza della Corte
Costituzionale, adeguando di fatto gli stipendi statali, il Codacons ha avviato, a livello
nazionale, in favore dei dipendenti pubblici costretti a subire il blocco degli stipendi dal 2010
un’azione collettiva.
“E’ stato violato, si legge nel ricorso, l’obbligo di provvedere sancito dall’art. 47 del D.Lgs
165/2001 che impone il riconoscimento ai dipendenti dei rispettivi comparti di
contrattazione, a decorrere dal mese di aprile dell’anno successivo alla scadenza del contratto
collettivo qualora lo stesso non sia stato ancora rinnovato, di una copertura economica nella
misura e con le modalità stabilite nei contratti nazionale.
L’obiettivo dell’azione promossa dal Codacons è, quindi, sia il rinnovo dei contratti collettivi,
così come stabilito nella sentenza della Consulta, sia il riconoscimento ai dipendenti pubblici
che aderiscono, di un indennizzo/risarcimento non inferiore ad € 8.800,00
Ma vediamo nel dettaglio quali sono gli obiettivi dell’azione collettiva promossa dal Codacons.
1) Risarcimento del danno
L’azione sarà diretta a far ottenere al dipendente pubblico i danni per il mancato rinnovo del
contratto dalla data successiva alla pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale.
La richiesta che sarà avanzata sarà di € 200,00 per ogni mese successivo alla data di
pubblicazione della sentenza, ovvero 30 luglio 2015.
2) Indennizzo
Sarà richiesto, poi, anche un indennizzo, commisurato alla perdita del potere di acquisto dello
stipendio per gli anni 2010 per il mancato rinnovo del contratto dal 2010, 2011, 2012, 2013,
2014 e 2015 sino al 30 luglio 2015 di misura non inferiore ad euro 100 per ogni mensilità di
stipendio dovuta, per ciascun anno, per un totale pari ad euro 7.800,00
3) Rinnovo
La richiesta più importante sarà, ovviamente, quella del rinnovo dei contratti collettivi per
il personale del pubblico impiego, obbligo che scaturisce dalla stessa sentenza della Corte
Costituzionale.
Per aderire all’azione sarà necessario compilare il modulo di adesione pubblicato on line sul
sito del Codacons; l’associazione invierà quindi un modulo/diffida predisposto per richiedere
sia l’indennizzo che il risarcimento oltre ai moduli per il ricorso al Tar e per la Class Action.