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ECOMOSTRO DI ARESTA
Il 22 marzo 2017 sono iniziati i lavori per lo smantellamento dell’ecomostro di Aresta una struttura con base di cemento e pilastri di legno lamellare oggetto di una battaglia ambientalista vinta dal Codacons

ECOMOSTRO DI ARESTA

Il 22 marzo 2017 sono iniziati i lavori per lo smantellamento dell’ecomostro di Aresta una struttura con base di cemento e pilastri di legno lamellare oggetto di una battaglia ambientalista vinta dal Codacons


LA VERA STORIA ABBATTIMENTO DELL’ECOMOSTRO DI ARESTA
Il giorno 22 marzo 2017 sono iniziati i lavori per lo smantellamento dell’ecomostro di Aresta, una
struttura con base di cemento e pilastri di legno lamellare, così denominata dal Codacons
Campania perché oggetto di una battaglia ambientalista vinta dall’associazione.
Ma vediamo com’è nato questo Ecomostro.
Nel 2001 il Parco Nazionale del Cilento, richiese al comune di Petina (ove è sorto il manufatto)
una concessione edilizia per costruire in località Aresta (ci troviamo sui monti Alburni, a 1200
metri) una struttura prefabbricata, in legno lamellare, da adibire a ricovero attrezzi L.S.U.
(lavoratori socialmente utili).
Nel 2001, a Petina, di lavoratori socialmente utili neanche l’ombra.
L’ente rilascia la concessione (è la n. 15 del 19.11.2001) ed iniziano i lavori; il cantiere viene però
sequestrato nel 2003, in seguito ad una indagine della Procura della Repubblica di Sala Consilina.
Sotto inchiesta, l’allora direttore del Parco, architetto Domenico Nicoletti, La Valva quale
Presidente del Parco ed un certo Costantini quale amministratore e rappresentante legale della
società COST s.r.l. corrente in Bastia Umbra. Secondo le supposizioni della Procura gli indagati
si accordavano tra di loro per turbare la procedura ad evidenza pubblica presso l’Ente Parco; al
direttore del Parco, nello specifico, si contestava la predisposizione della gara pubblica con la
confezione di un progetto fantasma consistito in meri moduli grafici rappresentativi di due
tipologie costruttive, del tutto privi degli essenziali crismi progettuali volti ad identificarli, nonché
l’indicazione nella scheda tecnica dei marchi commerciali cui dovevano appartenere le varie
componenti edilizie ed impiantistiche delle edificande strutture (oltre ad Aresta, il Parco progettò
altre strutture simili, per un totale di 8 “ricoveri attrezzi agricoli”).
Veniva contestata poi, al rappresentante della COST s.r.l., la variante al progetto (ovvero
l’installazione di una struttura turistico recettiva denominata “ostello di montagna”), variante
approvata dal Nicoletti con determina dirigenziale del n. 799/2002.
Su tali capi di imputazione gli indagati venivano tutti assolti per prescrizione.
Il procedimento penale si conclude con la sentenza n.290/09, il manufatto viene dissequestrato con
restituzione all’avente diritto (Parco o comune di Petina?)
Ostello di montagna o ricovero per attrezzi agricoli?
Nessuna delle due.
Dal 2009 al 2017 fino a quando non è intervenuto il Codacons Campania la struttura ha
indegnamente abitato il pianoro di Aresta, facendo compagnia, nei lunghi inverni degli Alburni,
all’Osservatorio Astronomico, costruito dal comune di Petina, ma anch’esso abbandonato!
L’appellativo di Ecomostro, che qualcuno ci ha anche criticato (forse per le dimensioni, forse
perché Aresta non è zona di turismo di massa) simboleggia le varie contraddizioni che hanno
portato alla nascita di questa struttura.
Aresta è riserva integrale del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano ed Alburni, zona in cui
per le disposizioni del Parco non è possibile costruire.
Il Parco, quindi, costruisce una struttura in una zona dove non si può costruire.
Il “ricovero attrezzi agricoli” viene progettato per i lavoratori socialmente utili che in quegli anni
non erano presenti nel comune di Petina (Ah, forse per questo volevano trasformarlo in un ostello
di montagna!).
Il Parco ed il comune di Petina, non hanno mai riqualificato la struttura, disinteressandosi della LA VERA STORIA ABBATTIMENTO DELL’ECOMOSTRO DI ARESTA
stessa e lasciando che la stessa deturpasse il pianoro di Aresta.
La Soprintendenza di Salerno, che avrebbe dovuto vigilare quel territorio ma che nulla sapeva
dello stesso e quindi nulla ha mai fatto.
Ecomostro, inoltre a volere sottolineare una storia fatta di spreco di denaro pubblico (costo
dell’abbattimento 30 mila euro), di incuria per il territorio, di assenza delle Istituzioni che quel
territorio avrebbero il dovere di tutelare.
L’intervento del Codacons è storia recente, così come anche l’interessamento del nuovo Presidente
del Parco, Tommaso Pellegrino.
Sinergia tra Associazione ed Ente per la tutela del territorio.
Aresta a breve sarà liberata, ed intanto che il Codacons e Presidente dell’Ente esultano soddisfatti,
l’arch. Domenico Nicoletti (ideatore dell’ecomostro) ha presentato la sua candidatura per il posto
vacante di Direttore del Parco.
Italia, Campania, Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni.