CONTENUTI > Articoli > 2017 > 08 > LA BANCA DATI CON AB ED

LA BANCA DATI CON AB ED

LA BANCA DATI CON.AB.ED
L'abusivismo edilizio è una storia antica, come il dissesto idrogeologico, un capitolo che si
apre nelle ore successive ad una nuova disgrazia nazionale. Fiumi di inchiostro, accesi
dibattiti, buoni propositi, poi affievolita l'emozione, si spegne il clamore, fino a quando una
nuova tragedia non riapra nuove discussioni, con vecchi annunci o più ambiziosi
intendimenti. È un corto circuito che tocca tutti, la politica senza visione, spenta,
tristemente rinchiusa nelle logiche del consenso, i mezzi di informazione, pigri o distratti
in periodi lontani dall'emergenza del momento, i cittadini che percepiscono con distacco il
tema della legalità.
Per provare a capire meglio il fenomeno mettiamo da parte le dichiarazioni di facciata o di
convenienza, per praticare un esercizio interessante, valutare gli strumenti a disposizione
delle istituzioni e analizzare i risultati raggiunti nel corso degli anni.
Partiamo dalla consultazione della pagina web della Regione Campania, digitando
“abusivismo edilizio” appare una schermata che sembra delineare una strategia efficace
per contrastare l'antica piaga. Con enfasi si richiama la banca dati CON.AB.ED, acronimo
astruso che sta ad indicare "CONtrasto ABusivismo EDilizio", database in cui vengono
pubblicati i dati di ciascun abuso edilizio che i segretari comunali, dal 2010, sono tenuti
per legge a trasmettere ogni mese agli uffici regionali. Un buon inizio, non c'è dubbio, un
monitoraggio qualificato e capillare che dovrebbe assicurare un quadro completo delle
illegalità urbanistiche. La Regione fa molto di più, quella stessa schermata precisa che per
la repressione dell'abusivismo è da tempo attivo il progetto Mistrals, con rilevamenti
satellitari del territorio e rapida identificazione delle trasformazioni abusive del suolo.
Strumentazioni disponibili per tutti i comuni, con il supporto del Servizio Vigilanza e
repressione abusivismo della Giunta Regionale. Insomma, un apparato di tutto rispetto
che consente aggiornamenti cartografici, programmazione urbanistica, efficace azione di
governo del territorio. A ciò si aggiungano le forze tradizionali, quali le squadre di tecnici
operativi in ogni comune, le polizie municipali, il sistema giudiziario.
Se però ci affidiamo ai numeri ufficiali vediamo come le belle parole delle istituzioni diano
forma a espressioni vuote, inutili. Tra le regioni italiane, è la Campania a confermarsi
prima per numero di reati edilizi accertati, quasi 800 lo scorso anno, più del 15% sul totale
nazionale. Un triste primato nella classifica del mattone selvaggio, malgrado il sistema
Mistrals.
Allora viene da chiedersi: quanto costa il monitoraggio satellitare? E soprattutto: qual è la
sua funzione? E in quale cassetto giaceranno i dati forniti per legge dai segretari comunali?
Nessuno ce lo spiegherà, eppure il sistema CON.AB.ED che affianca il rilevamento
Mistrals, garantiscono un accerchiamento per terra e per cielo contro le illegalità. Controllo
così pressante che nell'area vesuviana, la zona rossa più a rischio d'Europa, ha reso
possibile l'emissione, dal 1997 al 2012, di 1.778 ordinanze di demolizione di fabbricati
abusivi, per vederne effettivamente abbattuti appena una quarantina. Una farsa italiana.
Dimenticavamo, negli ultimi 17 mesi dieci immobili abusivi sono stati demoliti in
Campania, quasi tutti in provincia di Salerno, in aree di scarso pregio paesaggistico, per
sola iniziativa della Procura generale di Salerno. L'esercito di sindaci, di amministratori, di
funzionari che affollano gli uffici anti-abusivismo, sembra volgere lo sguardo altrove.
Così gli abusivi che hanno edificato lungo il litorale cilentano, sui monti Lattari, nelle zone
a rischio idrogeologico o nelle aree protette, possono dormire sonni tranquilli.
Pochi mesi fa il presidente del Parco nazionale del Cilento si vantava della demolizione di
un inutile magazzino tirato su dallo stesso ente Parco all'unico scopo di sfregiare il
paesaggio dei monti Alburni, era quella l'occasione per annunciare l'inizio di una nuova
stagione di abbattimenti. Da almeno 15 anni il Parco, pur avendo poteri in materia, era fermo, inerte, timoroso nel compiere i doveri d'ufficio. Solo gli esposti del Codacons hanno
portato ad un cambio di rotta che tuttavia sembra già esaurito. Malgrado il sistema di
monitoraggio con l'acronimo astruso, i telerilevamenti spaziali, le denunce terrene delle
associazioni. Malgrado la legge.
Pierluigi Morena
ufficio legale Codacons