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FATTURAZIONE

ANCORA SULLA FATTURAZIONE A 28 GIORNI
Le maggiori compagnie telefoniche avevano stabilito unilateralmente il pagamento a
28 giorni dei consumi telefonici ma di nuovo, presto, si tornerà a calcolarli a cadenza
mensile anche per la rete mobile e questo per un emendamento presentato dal Pd al
decreto fiscale all’esame del Parlamento e le pressioni del ministro dello Sviluppo
economico, che stanno spingendo gli operatori a una rapida retromarcia.
Qualora l’emendamento presentato al decreto fiscale diventasse legge, i consumatori
tornerebbero ad avere bollette su base mensile e non a 28 giorni e dovrebbero
beneficiare di un risparmio pari all’8,6%.
E il pregresso? Il nodo da sciogliere riguarda soprattutto il pregresso! Secondo le
parole del ministro Calenda le modifiche avverrà «saranno pro futuro e non per il
pregresso» e quindi il pregresso non dovrebbe rientrare nella norma che vieta la
fatturazione a 28 giorni. L’emendamento, che prevede sanzioni fino a 5 milioni di
euro, contempla anche un indennizzo forfettario, non inferiore a 50 euro, per ogni
utente che ha subito la fatturazione illegittima. In questo caso i consumatori
potrebbero usufruire dunque di un forfait. Intanto pur lodando la posizione espressa
dal Governo e sebbene i maggiori rappresentanti delle compagnie di telefonia si siano
dichiarati favorevoli al ritorno della fatturazione a trenta giorni, non ci sembra giusto
che non parlino di pregresso. Infatti secondo noi del Codacons, il ministero dello
Sviluppo economico deve correre ai ripari e con urgenza. Il danno subito dagli utenti
a causa delle illegittime bollette a 28 giorni è enorme, pari a 1,19 miliardi di euro nel
2016 solo per la telefonia fissa e gli abbonamenti sim. Ma vietare la pratica di
fatturazione a 28 giorni, peraltro già dichiarata fuorilegge dall’Agcom, non basta:
qualsiasi provvedimento legislativo del Governo in tal senso dovrà necessariamente
tenere conto dei rimborsi spettanti agli utenti.
Dopo la delibera di marzo scorso che ha sancito il principio della fatturazione a 28
giorni, in assenza di ottemperanza da parte delle società, l’Autorità per le garanzie
nelle Comunicazioni (Agcom) a settembre ha avviato una delibera di procedimento
sanzionatorio nei confronti degli operatori, di cui a breve si aspetta l’esito. Il Codice
delle Comunicazioni elettroniche prevede la possibilità di imporre sanzioni da
580mila euro, l’ultima legge sulla concorrenza permetterebbe però di raddoppiare tale
l’importo.
Su queste ultime cifre consentitemi una riflessione. Forse 22non fa più 4? Se la
fatturazione a 28 giorni ha procurato più di un miliardo di euro e le sanzioni possono
giungere a 580 mila, seppure raddoppiate ammonterebbero ad 1.160.000 €, perché le
compagnie dovrebbero cedere all’Agcom e tornare alla fatturazione a 30 giorni?
Comunque il ritorno delle bollette su base mensile, comporterebbe un risparmio per i
consumatori che dovrebbe essere dell’8,6% per cento. Non a caso, le grandi aziende
non si sono allineate alle prescrizioni dell’Agcom sul ritorno alla fatturazione a 30
giorni. Anzi, hanno presentato ricorso al Tar contro la decisione dell’Autorità di
vigilanza. Esse sostengono che la revisione della fatturazione rientri nel libero gioco
del mercato e chiedono al governo di mantenere gli aumenti che sono riusciti a
spuntare con la fatturazione a 28 giorni sulla bolletta mensile. In pratica, gli operatori
non solo vorrebbero trattenere gli introiti della fatturazione a 28 giorni, ma puntano a stabilizzare l’incasso aggiuntivo da 1,2 miliardi annui, cifra pari a quasi la metà della
base d’ asta per il 5G.
Già, ecco un altro problema economico grave, che riguarda i consumatori, i quali
forse non sanno ancora che dovranno tornare ancora al…DECODER !!! in
alternativa…cambiare il televisore, anche se nuovo o di soli pochi mesi.
Ma di questo vi intratterrò prossimamente.
Intanto sappiate che nei giorni scorsi il Codacons ha presentato in 104 procure
d’Italia esposti per presunta truffa e appropriazione indebita contro i gestori delle
telecomunicazioni. “Se è illegale emettere bollette ogni 28 giorni, sono nulli tutti gli
effetti che derivano da tale pratica, compresi i maggiori ricavi incassati dalle
compagnie telefoniche a oggi che dovranno interamente essere restituiti ai
consumatori”. Senza restituzione di quanto versato in più, abbiamo pronta una class
action.
Prof. Enrico Marchetti
Presidente Codacons Campania