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TASSAZIONE


Il nostro è uno dei paesi con il più alto livello di tassazione tra gli stati membri della UE, il
contribuente italiano è vessato per numero di imposte ma anche per l'entità delle varie
aliquote – si pensi alla tassa rifiuti, uno dei principali introiti per le casse comunali, con le
quote più alte fissate proprio dal comune di Salerno -.
Non basta imporre tasse, lo Stato troppo spesso sbaglia i conti a danno del contribuente,
così dopo il caso della Tari “gonfiata” ora tocca alle tasse universitarie. Sembra che molti
atenei, negli anni scorsi, non abbiano rispettato la norma secondo la quale i versamenti
effettuati dagli studenti non possono superare il 20% del contributo pubblico ricevuto
tramite il Fondo di finanziamento ordinario. È una previsione valida fino al 2013, anno nel
quale è stata introdotta una clausola che esclude dal computo le tasse pagate dai «fuori
corso» elevando la soglia fino al 27-28 per cento.
Non tutto è perduto però, una sentenza del Consiglio di Stato del 2016, chiamata a
pronunciarsi su un ricorso dell'Unione degli universitari nei confronti dell'Università di
Pavia, ha stabilito che l'indebito vada restituito. L'ateneo pavese è stato condannato alla
ripetizione di circa 8 milioni percepiti indebitamente dagli studenti. Presto anche altre
prestigiose Università, come la Statale di Milano, gli atenei di Bologna e di Torino
potrebbero rispondere dei conti “gonfiati” innanzi alla giustizia amministrativa.
E pensare che dal 2006 al 2016 in Italia le tasse universitarie hanno subito un'impennata,
sono aumentate di circa il 29% all'ateneo di Bologna, il 22 per cento al Politecnico di
Milano, si calcola che ogni studente abbia sborsato circa 400 euro in più in ragione della
contrazione dei contributi pubblici.
I dati dell'Ocse lo confermano: l'Italia è uno dei paesi più cari per l'accesso all'università.
Un'indagine comparativa dell'Organizzazione internazionale, riferita all'anno accademico
2013/2014, ha evidenziato che in nove paesi europei – tra essi Norvegia, Danimarca,
Finlandia, Svezia e Turchia - le tasse universitarie per l'accesso agli atenei pubblici non
sono contemplate. In altri quattro paesi - Svizzera, Belgio, Francia e Austria - le tasse in
media non superano i mille dollari, e l'Italia - con 1.602 dollari a studente - si piazza al
terzo posto, dopo Regno Unito (9.019 dollari) e Olanda (2.300 dollari).
Al danno di scelte che tendono a far pagare, più di altri, gli anni della formazione
accademica, la beffa dei trucchi per gonfiare ciò che è già pagato a caro prezzo. Il problema,
ora, è come gli studenti, tra essi anche tanti salernitani iscritti negli atenei del nord,
potranno recuperare l'indebito, il rimborso non è mai automatico, inoltre non si tratta di
un tributo impugnabile con ricorso in commissione tributaria. E' questa una tassa
commisurata alle entrate di bilancio degli atenei e, come tutti i bilanci, si impugna davanti
al Tar entro dieci anni. Il Codacons nei giorni scorsi ha lanciato una campagna nazionale
per il recupero del maltolto, il diritto allo studio passa anche dalla aule di giustizia.
Pierluigi Morena
ufficio legale Codacons