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ACQUISTO MERCE AVARIATA

ACQUISTO DI MERCE AVARIATA! CHE FARE?
E’ successo a tutti di acquistare un prodotto alimentare che una volta aperto, a casa, abbia
rivelato muffa o un sapore strano, indicativo di un’avaria nella sua conservazione o qualità. Cosa
fare se il prodotto appena acquistato si presenta adulterato? Di chi è la responsabilità? Possiamo
chiedere la sua sostituzione o un rimborso? Produrre e vendere alimenti non è cosa semplice
visto che è in gioco la nostra salute. Basta una procedura sbagliata nel processo produttivo o
nella modalità di conservazione del cibo, che si va incontro a pericolosi rischi per i consumatori.
Le aziende alimentari non sono solo le case di produzione dei prodotti, ma anche le aziende che
li commercializzano, quindi negozi, alimentari e supermercati. Primo obbligo per questi operatori
è quello di istituire un sistema di Autocontrollo seguendo il Protocollo Haccp frutto della normativa
europea. Si tratta di un vero e proprio processo che porta a mettere in piedi un sistema
documentato di controllo, interno all’azienda, per evitare di mettere in commercio cibo
contaminato e avariato. L’autocontrollo è nient’altro che l’insieme di tutte le procedure che il
responsabile dell’industria deve prevedere per minimizzare qualsiasi rischio alimentare,
vigilando su: Ambienti sicuri igienicamente; Cibi integri e non contaminati; Cercando tutti i modi
per prevenire o ridurre rischi di contaminazione alimenti. La legge in caso di violazioni prevede
delle sanzioni economiche e anche penali nei casi più gravi. Tutti ricorderanno il mascarpone
avariato che nei primi anni 90 falcidiò un’intera famiglia, che morì dopo aver mangiato un
TIRAMISU a causa del botulino provocato da un difetto di conservazione del prodotto durante il
trasporto.
Quando un alimento si presenta avariato in primo luogo possiamo pretendere la sostituzione o il
rimborso da parte del venditore. La legge al riguardo è molto chiara: i venditori sono responsabili
nei confronti del cliente di qualsiasi difetto di conformità del prodotto acquistato e sono tenuti a
garantire sempre la buona qualità di ciò che vendono ai consumatori ( la cd garanzia legale ). E’
facoltà del cliente, scontrino alla mano, optare per la sostituzione del prodotto o la restituzione
dei soldi spesi e quindi la risoluzione del contratto di acquisto. Inoltre ogni volta che si abbia il
sospetto che possa essere avariata l’intera partita di un bene è opportuno effettuare anche una
segnalazione alla ASL di zona o ai carabinieri quando vi sia il sospetto di una sofisticazione
alimentare. Molto diverso è invece il caso in cui acquistiamo cibo scaduto dai banchi del
supermercato. In questo caso non è possibile denunciare o chiedere rimborsi perché, a patto che
sia in ottime condizioni e non deteriorato, un alimento scaduto può essere venduto. Anche la
Giurisprudenza della Suprema Corte, in questi casi, in linea con la politica di lotta allo spreco
alimentare adottata da numerosi Stati, ha stabilito che il cibo integro anche se scaduto può essere venduto senza commettere per questo reato (CASS. Sentenza n. 38841/2016). Quindi state
molto attenti alla lettura delle indicazione di scadenza indicata sulla confezione, non sempre
coincidente con il suo deterioramento, come statuito dalla cassazione, se volete garantirvi prodotti
freschi senza incorrere in alcun rischio. Una novità recentissima, frutto di una normativa europea
del 2017 che entrerà in vigore il 19 dicembre 2019 è la previsione di un rating sui prodotti
alimentari, ossia una classificazione di tutti gli operatori della filiera in base al loro comportamento
e a determinati parametri. In base ad uno o più controlli le autorità competenti potranno pubblicare
il rating ottenuto da ciascuna azienda controllata, che potrà godere di un riconoscimento pubblico
di sicurezza ed affidabilità oppure in caso di rating negativo subire un crollo sul mercato. Un
ulteriore tassello per la garanzia della sicurezza e della qualità alimentare.
Avv. Raffaella D’Angelo Ufficio Legale Codacons