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INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
Tutto incominciò nel 1995 quando la società che all’epoca si chiamava OMNITEL Italia spa si vide rifiutare l’autorizzazione per l’installazione di un'antenna per telefonia cellulare sulla terrazza di copertura di uno stabile condominiale
INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
Tutto incominciò nel 1995 allorquando la società che all’epoca si chiamava OMNITEL Italia
s.p.a. si vide rifiutare l’autorizzazione per l’installazione di un antenna per telefonia cellulare
sulla terrazza di copertura di uno stabile condominiale nonostante la promessa del pagamento
di un cospicuo canone mensile al condominio. La società quindi si rivolse al Tribunale civile
promuovendo un’azione cautelare con la quale rappresentando la pubblica utilità del servizio
svolto impugnava il diniego all’installazione. Nella vicenda il colosso della telefonia, all’epoca in
piena ascesa, dovette affrontare una serie di congiunture negative. In primo luogo la scelta
sbagliata del luogo: sul palazzo accanto a quello ove aveva la sua sede il CODACONS! In
aggiunta a tale sciagura gli toccò anche di imbattersi in una giovane avvocatessa appassionata
e in un giudice che ha fatto Giurisprudenza in tema di diritti civile. Tutto ciò accadeva a Salerno
e per il colosso, in quella occasione ed in molte altre a venire non ci fu alcuna speranza. Fu
l’inizio di tante battaglie della nostra associazione al fianco di amministratori locali sensibili e
cittadini furibondi e spaventati per la loro salute che si concluse con una legge che si occupò di
regolamentare, con varie lacune ed inefficienze, il fenomeno in ascesa della telefonia cellulare e
la questione giuridica venne sopita sebbene il problema continuasse a sussistere. Agli albori,
quasi come in una sorta di preveggenza, innanzi alla diffusione incontrollata delle moderne
tecnologie, in risposta alla mancanza di dati scientifici certi che avrebbero richiesto anni di
studio ed indagini epidemiologiche si invocò l’adozione del principio cd di cautela o di
precauzione. Ossia una politica di gestione del rischio applicata in circostanze caratterizzate da
un alto grado di incertezza scientifica che riflette la necessità di intervenire nei confronti di un
rischio potenzialmente grave senza attendere i risultati della ricerca scientifica. Oggi la
massiccia diffusione delle tecnologie elettriche, elettroniche e delle telecomunicazioni, così
come il rapido aumento, soprattutto da parte di bambini e adolescenti, del numero di utilizzatori
di tali tecnologie, ha dato origine in questi anni a più alti livelli cumulativi di tempo di
esposizione.Il fenomeno dell’inquinamento elettromagnetico (elettrosmog) e la conseguente
esposizione ai campi elettromagnetici non ionizzanti, al giorno d’oggi, tende sempre a crescere
a causa dell’introduzione nell’ambiente di nuove e svariate sorgenti artificiali come ad esempio
impianti di telecomunicazioni, dispositivi elettronici Wi-Fi, telefoni cellulari, linee elettriche ad alta
tensione. Mentre sono noti gli effetti acuti che si verificano a livelli di esposizione molto elevati, i
risultati di varie ricerche scientifiche, per molto tempo, non hanno fornito indicazioni univoche
sull’insorgenza di effetti nocivi per la salute da esposizioni a lungo termine a bassi livelli di
esposizione. Di recente però si è verificato un cambiamento di rotta e una sentenza dello scorso 30 marzo 2017 del Tribunale di Ivrea, per la prima volta, ha riconosciuto il legame
causale tra l’uso scorretto del cellulare e lo sviluppo di un tumore benigno ma invalidante al
cervello. Lo studio epidemiologico denominato “INTERPHONE”, promosso e coordinato dallo
IARC e realizzato in 13 Paesi tra i quali l’Italia, ha fornito indicazioni in merito ad un aumentato
rischio di glioma nelle persone che utilizzavano in modo intensivo il telefono cellulare. Inoltre, il
rapporto “Bioinitiative 2012”, compilato da ricercatori di diversi paesi mondiali, allerta sui
possibili gravi rischi per la salute, soprattutto nei bambini, causati da esposizione a lungo
termine a radiazioni elettromagnetiche. Oggi il cellulare, purtroppo è sempre più presente nelle
nostre abitudini di vita! Il tempo di esposizione ai campi elettromagnetici è un moltiplicatore
degli effetti inquinanti. Pertanto, è indispensabile valutare in modo accurato il livello di
esposizione nei luoghi in cui si permane consecutivamente per molte ore, (ufficio, stanze da
letto, ecc.). Secondo alcuni studi, alcuni effetti dell’esposizione all’elettrosmog sono più
significativi in determinate fasce d’età (bambini ed adolescenti). Quindi mantenere la giusta
distanza dalla sorgente di campo elettromagnetico ed evitare lunghe esposizioni può
efficacemente ridurre glie effetti di questa tipologia di fonti di elettrosmog. Il principio di cautela
sempre valido dovrebbe indurci al buon senso e ad un maggior senso di responsabilità..ma
forse per questo la strada è ancora lunga.
Avv. Raffaella D’Angelo
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