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SANITA CAMPANA
SANITÀ CAMPANA: TANTI PASSI INDIETROÈ notizia di questi giorni la chiusura, da parte della Regione Campania, dei punti di nascita
negli Ospedali di Polla e Sapri, a causa dei “volumi di attività”, inferiori a 500 parti l’anno.
La chiusura sarà disposta a partire dal 1° gennaio 2019 mentre i posti letto di ostetricia e
ginecologia dei due presìdi, saranno riprogrammati per un’altra disciplina.
Il calo di nascite o “volumi di attività “così come burocraticamente definito, comporterà, per
due vasti territori quali sono il Vallo di Diano ed il Cilento, l’impossibilità di nascere a Polla o a
Sapri.
Le partorienti saranno dirottate quindi, verso gli Ospedali di Vallo della Lucania, per il
comprensorio di Sapri e Eboli o Battipaglia per il Vallo di Diano.
Chi non conosce queste zone e sicuramente chi ha disposto la chiusura, non le conosce, non
può comprendere la difficoltà per una partoriente di percorrere tantissimi chilometri, al fine
di far nascere il proprio figlio.
Come sempre si è posta l’attenzione sui numeri e non sulla configurazione di un territorio, già
penalizzato dalla notevole distanza al capoluogo di Provincia e a tratti difficilmente
accessibile, come può essere il territorio degli Alburni.
La sanità Campana arretra poi anche su un altro punto.
Tema scottante e di cui il Codacons si sta naturalmente occupando, grazie alle tante
segnalazioni ricevute, riguarda l’assenza dell’ambulatorio di pediatria in tanti comuni facenti
parti del distretto 69 che fa capo all’Ospedale di Roccadaspide.
In tale distretto, se da un lato è stato assunto come pediatra un luminare, il dott. Alfredo
Boccaccino, dall’altro è stato tolto il servizio periodico che garantiva ai piccoli residenti dei
comuni di Aquara, Bellosguardo, Castelcivita, Castel San Lorenzo, Controne, Corleto
Monforte, Felitto, Laurino, Ottati, Piaggine, Roscigno, Sacco, Sant’Angelo a Fasanella e Valle
dell’Angelo che dovevano sottoporsi ad visita pediatrica, anche per un semplice controllo, la
possibilità di farlo nel proprio comune o in quello più vicino ove veniva garantita la presenza
del pediatra.
Bimbi privi di assistenza, dunque, ma anche e soprattutto amministrazioni locali assenti che
nulla ad oggi, non sembra si siano mosse per contestare la decisione dell’Asl e far ripristinare
il servizio.
Il Codacons ha quindi inoltrato all’Azienda Sanitaria una istanza di accesso al fine di conoscere
il provvedimento di chiusura del servizio e con esso le motivazioni di tale chiusura e nel
contempo ha diffidato l’ASL a ripristinare il servizio al fine di garantire il diritto alla salute ai
più piccoli.
Avv. Maria Cristina Rizzo