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OBSOLESCENZA PROGRAMMATA DEI PRODOTTI
Spesse volte chi si occupa di tutela dei consumatori si sente rivolgere la stessa domanda:
“come ci si difende dalle pratiche commerciali fondate sulla obsolescenza programmata?”.
Dare una risposta (sensata) è tutt'altro che facile.
Si potrebbe suggerire di sospettare del consumismo o di assumere un atteggiamento
distaccato verso le ultime tendenze. Oppure di guardare con sospetto i martellanti annunci
pubblicitari, soprattutto in materia di tecnologie, campo nel quale la versione più
aggiornata di un modello di telefono cellulare è superata già dopo poche settimane.
La risposta però non può essere soddisfacente, l'intero sistema si nutre di frenetiche
produzioni, le merci dunque debbono stazionare il meno possibile sugli scaffali dei
supermarket. Garantendo tempi di avvicendamento ristretti dei prodotti si assicura la
rigenerazione del consumismo, quindi la veloce circolazione della moneta, profitti,
produzioni a costi accessibili e mantenimento dei livelli occupazionali. L'eccessiva durata
di un prodotto forse è il principale ostacolo alla vorticosa catena del consumismo. Meglio
affidarsi all'obsolescenza pianificata, ossia all’adozione di accorgimenti tecnici che portano
alla caducità programmata di prodotti (principalmente tecnologici) o a strategie che
“costringono” il consumatore alla sostituzione 'in tempi certi' di vecchi prodotti.
Il fenomeno è spiegato bene nel documentario della regista spagnola Cosima Dannoritzer
intitolato Comprar, tirar, comprar – La historia segreta de la obsolescencia
programada. Un film di 52 minuti che rivela come i prodotti acquistati durano sempre
meno. Il documentario – pluripremiato - si apre con la storia di un ragazzo, Marcos, alle
prese con una stampante che smette improvvisamente di funzionare; tre diversi centri di
assistenza gli consigliano di comprare un apparecchio nuovo, in fondo il prezzo
dell'acquisto sarebbe di gran lunga inferiore al costo della riparazione.
Vicende che toccano tutti, Marcos però è diverso, egli fa parte della minoritaria categoria
dei consumatori che non si arrendono, così una ricerca in rete svela i primi segreti che
hanno reso prematuramente obsoleta la macchina: un particolare chip infatti legge il
numero di passaggi delle testine e dopo un quantitativo predeterminato di stampe ne causa
il blocco. Nel corso del documentario, fra un filmato che racconta come la compagnia
General Electrics già negli anni '50 fosse chiamata a rispondere ad una Corte americana
della sua partecipazione al cartello per la minore durata delle lampadine e un altro
incentrato sulla teoria di Bernard London sulla necessità dell'obbligatorietà
dell'obsolescenza come garanzia dei posti di lavoro, la regista segue le vicende di Marcos.
Con una scena conclusiva semplice ma sorprendente: il giovane scarica un banale software
gratuito da un sito russo, con reset del contatore e riattivazione della stampante.
L’immagine più emblematica è quella che raffigura la pagina di un manuale tecnico che
Marcos, spulciando internet, riesce a reperire, su di essa è chiaramente riportato che
la macchina è stata progettata per stampare diciottomila pagine, una volta esaurito questo
quantitativo è destinata a bloccarsi.
Un chip alla base del sistema. Cui si accompagna la seduzione della pubblicità.
Un sistema, appunto: vuoi vedere che senza le pratiche dell'obsolescenza programmata
non esisterebbe nemmeno un centro commerciale?
Pierluigi Morena
ufficio legale Codacons