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BONUS VACANZE
BONUS VACANZEIl bonus vacanze consiste in un contributo per il pagamento dei servizi offerti da
alberghi, bed & breakfast e agriturismi italiani nel periodo fra il primo luglio e il
31 dicembre del 2020. Ha un valore massimo di 500 euro e può essere richiesto
da tutte le famiglie con ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente)
inferiore a 40mila. L’80 per cento del valore del bonus vacanze si ottiene come
sconto al momento del pagamento in albergo mentre Il restante 20 per cento è
recuperato come detrazione d’imposta nella dichiarazione dei redditi 2021. La
detrazione potrà essere effettuata dal componente del nucleo familiare a cui è
intestata la fattura o l’equivalente documento fiscale di pagamento del soggiorno
indispensabile per ottenere il contributo. La misura annunciata come un mezzo
per permettere all’economia del turismo una ripartenza, sinora non ha riscosso il
successo annunciato. Infatti secondo dati di un indagine di settore su un campione
rappresentativo di oltre 2000 ricettive: il 30,8% delle strutture alberghiere non
accetta il bonus vacanze e il 57,6% dichiara di non avere ricevuto prenotazioni
con questa modalità. Secondo l'indagine, inoltre, il 15% delle strutture
alberghiere ed extralberghiere non ha ancora riaperto i battenti per la stagione
estiva. A determinare la scelta di restare ancora chiusi sono gli elevati costi di
adeguamento imposti dalle linee guida del Comitato Tecnico Scientifico
(segnalati dal 46% delle realtà che non hanno riaperto in Italia), e le scarse
prenotazioni (indicate dal 34% delle imprese ancora non operative). Dall’esame
dei dati richiamati emergono spontanee alcune domande che in realtà
riguardano non solo l’argomento specifico ma piuttosto la gestione della crisi
nella fase di ripartenza in generale. Il bonus è un “non rimedio”: come è possibile
credere che una fetta di mercato così piccola, come i consumatori aventi diritto
alla sua richiesta, possano sollevare le sorti del settore? Non sarebbe stato
meglio prevedere degli sgravi fiscali per le imprese del settore? Delle detrazioni
per i lavori di messa in sicurezza anti-covid? La seconda domanda invece
riguarda proprio quest’ultimo aspetto. Molte attività commerciali legate
all’estate, in particolare ristoranti e bar non si sono per nulla adeguati e gli
assembramenti sono all’ordine del giorno…anzi della notte! Perché il riferimento
è soprattutto alla cd movida, alle attività serali, quelle che nessuno controlla:
perché è terminato l’orario di servizio, perché sono lontane dal centro abitato,
perché non c’è personale per effettuare le ispezioni, perché sono gestite
dall’amico dell’amico di qualche politico locale…... Personalmente sono stata
sempre contraria alle forme di controllo di polizia perché ritengo che un paese
democratico debba essere esso stesso di ispirazione ed esempio per i suoi
cittadini per il rispetto civico delle leggi ed il buon senso. Ed allora anche in tal
caso, mi chiedo, se le attività commerciali avessero potuto ricavare dei vantaggi
attraverso la defiscalizzazione forse sarebbero potuti divenire esse stesse
strumento di controllo di situazioni di possibile pericolo. Si parla sempre di
evasione fiscale e di misure di contrasto, che superata la campagna elettorale mostrano la corda o peggio si rivelano inefficaci. E’ giunta l’ora, invece, che la
politica affronti l’altra faccia della medaglia e si preoccupi di “incentivare” i
cittadini a pagare le tasse offrendo utilità reali in cambio invece di correre dietro
a chi sa bene dove nascondersi.
Avv. Raffaella D’Angelo Ufficio legale CODACONS CAMPANIA