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PLASTICA UNA BATTAGLIA PERSA
PLASTICA: una battaglia persa!Nel 1963 l’italiano Giulio Natta fu insignito del premio NOBEL per la fisica grazie
ad un’invenzione che rivoluzionò l’industria italiana in ripresa dopo la guerra: Il
MOPLEN ovvero: ”la plastica intelligente” come la definiva uno spot degli anni 60,
che aveva come protagonista l’indimenticabile Gino Bramieri. Questo materiale
economico, leggero e maneggevole venne utilizzato nell’edilizia, nell’ambito
idrosanitario per tubi di scarico e sifoni ma soprattutto per la realizzazione di
oggetti di uso comune come vasche, secchi, scodelle e molto altro. A quei tempi,
però, si andava a scuola con la merenda preparata dalla mamma avvolta in un
pezzo di carta, e si beveva l’acqua del rubinetto, non esisteva il sacco di plastica
per l’immondizia domestica e per la raccolta si usava un portarifiuti foderato con il
giornale del giorno prima. Non c’erano gli imballaggi e una famiglia di cinque
persone riempiva un secchiello di spazzatura in due giorni, producendo il
quantitativo di rifiuti che oggi viene prodotto in un solo giorno da un single. Infatti,
passati i tempi del Moplen, siamo entrati nell’era dell’imballaggio passando da 8
milioni di tonnellate di plastica da buttare a 350 milioni di tonnellate che non
sappiamo dove mettere né come liberarcene. La situazione è drammatica se si
pensa all’impatto che ciò ha comportato sull’ambiente in cui viviamo. Oggi più
dell’80 % dei rifiuti marini è costituito da prodotti plastici e di questi soltanto una
piccola parte è visibile sulle nostre spiagge. Gran parte infatti è dispersa nei fondali
e le microplastiche sono disciolte nell’acqua con evidenti conseguenze per
l’ecosistema marino. Nel 2019 l’Europa ha cominciato la sua guerra alla plastica
monouso. Una direttiva europea, che entro il 3 luglio scorso doveva essere
applicata, ha infatti sancito la rimozione dal mercato o la riduzione di moltissimi
prodotti usa-e-getta di utilizzo quotidiano. La merce confezionata prima della sua
entrata in vigore potrà restare sugli scaffali fino allo smaltimento delle scorte.
Presto i cittadini europei, quindi, dovranno dire addio a posate, piatti,
cannucce, cotton fioc e aste per palloncini in plastica, ma anche a tazze e
contenitori alimentari in polistirolo. Si tratta però di una battaglia che non tutti gli
stati membri sono disposti a combattere! Il governo italiano, per esempio ha deciso
di posticipare l'applicazione della direttiva ed ha richiesto all’UE di inserire
alcune deroghe, nel relativo decreto di recepimento, nel tentativo di "salvare" i prodotti
monouso (come piatti, posate, contenitori per alimenti e bevande eccetera) realizzati
con plastiche biodegradabili e compostabili e quelli in carta che presentano una
piccola percentuale di plastica (laddove non sia possibile ricorrere ad alternative
riutilizzabili). Il motivo? Semplice! Perché si tratta di settori in cui l'industria italiana è
leader sul mercato! Ma la vera domanda alla quale ciascun cittadino, al di la delle scelte
politiche e industriali, dovrebbe dare una risposta è; quanti dei prodotti citati sono
necessari? Che cosa ha rappresentato, per esempio, quanto ad innovazione,
l’invenzione del cotton fioc da essere, addirittura, inserito nel paniere ISTAT dal 2005?
E quale è l’utilità delle salviettine umidificate? la cui vendita è triplicata in periodo di
pandemia. Pensate per un attimo all’impatto di quella confezione, che se non richiusa
perfettamente entro pochi giorni sarà da cestinare, che unisce un misto di carta,
plastica e sostanze chimiche. Come si smaltisce e soprattutto garantisce l’igiene
pubblicizzata? La realtà è che se parole come resilienza e transizione ecologica invece
di essere solo espressioni abusate e di moda fossero accompagnate da un vero e proprio
cambiamento di cultura e di abitudini il problema non si porrebbe. Allora che si fa? “
e mo?” “MOPLEN!” avrebbe risposto il carosello pubblicitario di 50 anni fa. “NON
INGOIATE IL ROSPO!” diciamo adesso. Siate artefici e responsabili dei vostri consumi
e non vittime del mercato!
Avv. Raffaella D’Angelo Ufficio legale CODACONS CAMPANIA