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AUMENTI ASSURDI DELLA BENZINA

“Aumenti assurdi della benzina”
Mentre in Gran Bretagna un quarto dei distributori è a secco per la crisi della
distribuzione del carburante dovuta alla mancanza di autotrasportatori che hanno
lasciato il Regno Unito dopo la Brexit, nel nostro Paese – ma il problema riguarda in
realtà l’intera Europa – i prezzi continuano a salire a causa dei recenti aumenti del prezzo
del petrolio e delle quotazioni dei prodotti raffinati nel Mediterraneo. Una tendenza che è
anche frutto della decisione dell’Opec – l’Organizzazione dei principali Paesi esportatori
di petrolio – di aumentare nel mese di novembre la produzione di greggio “soltanto” di
400mila barili al giorno, nonostante l’aumento ben più consistente della richiesta, dovuta
alla ripresa economica mondiale post-Covid.
Secondo le rilevazioni del ministero della Transizione ecologica, la scorsa settimana il
prezzo medio della benzina in modalità self è cresciuto di 1,05 centesimi ed è ora pari a
1,687 euro al litro.
Maxi-rincaro anche per il diesel, salito di 1,3 centesimi a 1,537 euro al litro.
Secondo i calcoli del Codacons, gli aumenti della benzina produrranno un aggravio di
spesa, solo per i rifornimenti di carburante, pari a 357 euro annui a famiglia, mentre
quelli del diesel di 328 euro annui.
La benzina continua ad aumentare e costa oggi il 17% in più rispetto all’inizio dell’anno e
il 21,4% rispetto allo stesso periodo del 2020, questo significa che un pieno di verde costa
oggi 12,2 euro rispetto a inizio anno, 15 euro sul 2020.
Solo due settimane fa la benzina aveva toccato i massimi da sette anni (ottobre 2014), con
il prezzo in modalità self è pari a 1,670 euro.
E non va meglio per chi aveva scelto un impianto a metano, con la speranza di
risparmiare e inquinare meno.
Con gli aumenti scattati dal primo ottobre, che riflettono la spinta al rialzo delle principali
materie prime e la maggior richiesta proveniente dei Paesi asiatici che stanno
accantonando l’utilizzo del carbone, il gas naturale al distributore è arrivato a toccare in
alcuni distributori del centro Italia i due euro al chilo (in Toscana 2,2 euro).
In generale il prezzo medio risulta elevato rispetto ai mesi scorsi, tra 1,157 a 1,631 euro al
chilo.
Per il Gpl, invece, occorre spendere da 0,724 a 0,745 euro al litro, con variazioni notevoli a
seconda del marchio.
E il trend non sembra destinato a fermarsi. Le previsioni di Federmetano, l’associazione
che riunisce più di cento operatori del settore, non sono per nulla positive e non
ipotizzano un abbassamento dei costi fino ad aprile 2022. Dal momento che, a questi rincari si assommano anche quelli delle bollette di luce e gas,
che solo parzialmente verranno attutiti dal decreto ad hoc approvato dal governo Draghi
(pensato per salvaguardare i nuclei familiari numerosi con Isee basso), alcuni analisti
sostengono che siamo sull’orlo di una vera e propria crisi energetica.
"Articolo a cura del Prof. Enrico Marchetti, Presidente del Codacons Campania,
pubblicato il 7 Ottobre 2021 su Il Quotidiano del Sud"