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SPESE ENERGETICHE INTERVENIRE SUBITO

"Spese energetiche. Intervenire subito"
La povertà energetica è una condizione di inabilità ad accedere ai livelli socialmente e
materialmente necessari di consumo energetico, ed è dovuta a una combinazione di
fattori come il basso reddito familiare, gli alti costi dell’energia, un consumo energetico
elevato a causa della bassa efficienza energetica della casa e degli elettrodomestici. La
pandemia da Covid-19 ha aggravato vulnerabilità e disuguaglianze già esistenti, anche
nell’ambito del consumo domestico dell’energia. Le restrizioni hanno aumentato
radicalmente il tempo passato a casa dalle persone, e conseguentemente il fabbisogno
energetico delle famiglie. Diversamente rispetto a quando i membri della famiglia
andavano al lavoro o a scuola e uscivano nel tempo libero, durante il confinamento
pandemico la casa è diventata uno spazio totale, ospitando una serie di attività che prima
avevano luogo fuori. Questo ha portato a un uso elevato del riscaldamento (per poter stare
al caldo tutto il giorno), dell’acqua calda (per lavare le mani spesso), della cucina (per
preparare il cibo a casa invece di mangiare fuori), dell’illuminazione. Sono sorti anche
nuovi fronti di domanda di energia, come quella relativa all’elettricità per il lavoro a
distanza, la didattica a distanza e le attività ricreative domestiche (come l’uso esteso delle
piattaforme streaming, ecc.). Di conseguenza, per tante famiglie le spese per l’energia
sono aumentate nello stesso periodo in cui gli effetti devastanti della pandemia sul
mercato del lavoro hanno ridotto radicalmente i redditi. Molte famiglie devono, cioè,
sostenere spese energetiche più elevate in presenza di redditi più bassi. A questo punto si
incrociano due vulnerabilità: spesso le famiglie con redditi bassi vivono in case meno
efficienti da un punto di vista energetico e devono usare più energia per ottenere lo stesso
livello di servizio rispetto alle famiglie che vivono in case con alta efficienza energetica.
Inoltre, le persone con reddito basso occupano posti di lavoro che sono stati colpiti sin da
subito dalla crisi causata dalla pandemia, e quindi hanno perso parzialmente o totalmente
i loro redditi di lavoro. La pandemia ha aggravato la situazione delle famiglie che
vivevano già in una condizione di vulnerabilità o povertà energetica. Tale impoverimento
ha, inevitabilmente influito anche sull’accesso al cibo delle giovani generazioni. La
chiusura per lungo tempo delle mense scolastiche ha privato molti bambini dell’unico
pasto completo giornaliero con conseguenze su tutta la famiglia e in particolar modo sulle
donne che hanno rinunciato alla cura e salute personale in favore delle necessità della
famiglia. Le misure di efficientamento energetico previste dal PNR potevano costituire un
mezzo utile per la soluzione del problema. La normativa sul 110% però si è rivelata la
dimostrazione evidente di quanto il potere legislativo sia poco collegato dalla realtà di
tutti i giorni. Se l’intenzione era quella di dare uno stimolo a un settore da tempo in crisi,
quale quello dell'edilizia, con una misura che al contempo migliorasse la sicurezza e
riducesse i consumi energetici degli edifici esistenti, in realtà la sua messa in opera si è
rivelata complessa e macchinosa e la soluzione è lontana dal traguardo e lascia indietro
proprio le famiglie più vulnerabili. E’ necessario un intervento dal basso che parta dalla
politica e dalle istituzioni locali ..se soltanto non fossero occupate in affari di bassa lega
come quelli che riempiono le nostre cronache cittadine in questi giorni.
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28 2021 .