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Autore/i: CODACONS Tag: Bergamo, salute

CHIUSA INCHIESTA SU COVID

Bergamo: Codacons, chiusa inchiesta
su Covid, indagati Speranza e Conte
• Dentro Salerno
• 1 Marzo 2023
• Mondo
L’indagine della Procura di Bergamo nei confronti dell’ex Presidente del Consiglio
Conte e di alcuni Ministri nasce da una serie di esposti presentati nel 2020 dal
Codacons, in cui si contestava l’operato del Governo sul fronte Covid e si
denunciavano omissioni e ritardi specie in relazione alla mancata istituzione della
zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo.
Ne dà notizia la stessa associazione dei consumatori, che riporta integralmente
alcuni passaggi delle denunce contro Conte e il suo Governo. Il 9 aprile del 2020 abbiamo presentato una denuncia contro il Governo in cui, sulla
mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo, il Codacons
chiedeva alla Procura di Bergamo di “predisporre tutti i controlli necessari ad
accertare eventuali responsabilità e fattispecie penalmente rilevanti e, in caso
affermativo, di accertare l’autore e/o gli autori degli stessi e, conseguentemente,
esperire nei loro confronti l’azione penale per tutti quei reati che riterranno
ravvisabili, compreso quello di epidemia colposa e reati contro la salute pubblica
previsti dagli art.. 438 e 452 del codice penale” – spiega il Codacons – In un altro
esposto, invece, si chiedeva alla magistratura di verificare eventuali ritardi da parte
della P.A. sul fronte delle misure anti-Covid, rilevando che “lo Stato Italiano,
nonostante le notizie della diffusione del virus e la dichiarazione dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità del 30 gennaio 2020 che aveva dichiarato l’emergenza
internazionale di salute pubblica per il Coronavirus, si sarebbe attivato
concretamente ed unicamente solo in data 9 marzo 2020 dichiarando la quarantena
per l’intero territorio nazionale”.
E sempre ad aprile 2020, in un nuovo esposto presentato a 104 Procure di tutta Italia,
il Codacons denunciava il Governo per i numerosi decessi registrati all’interno delle
Rsa, chiedendo alla magistratura “di aprire indagini sul territorio e verificare
eventuali carenze ed omissioni da parte della P.A. attraverso il sequestro di tutte le
cartelle cliniche e le attestazioni dei deceduti nel nostro paese” e di verificare il
“sussistere del nesso di causalità tra i decessi e le inadeguatezze del sistema
sanitario nazionale laddove le Autorità competenti non si siano adoperate
tempestivamente anche dotandosi dei mezzi adeguati per fronteggiare l’emergenza
dettata dal Coronavirus”.