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INFLAZIONE CODACONS


COMUNICATO STAMPA
16 marzo 2022
INFLAZIONE, CODACONS: E’ STANGATA DA 2.275 EURO A FAMIGLIA
NON SOLO BOLLETTE, SU PREZZI AL DETTAGLIO PESANO SPECULAZIONI. DOPO
BENZINA ASSOCIAZIONE CHIEDE ISPEZIONI DI GDF E NAS ANCHE SU PASTA E PANE
LISTINI IN CRESCITA NONOSTANTE CALO DELLE QUOTAZIONI DEL GRANO
L’inflazione al 5,7% si traduce in una stangata pari a 1.751 euro annui per la famiglia
“tipo”, mazzata che raggiunge quota 2.275 euro per un nucleo con due figli. Lo afferma
il Codacons, commentando i dati Istat sull’inflazione di febbraio.
“Da 27 anni non si registrava in Italia una inflazione così elevata, e la crescita dei listini al
dettaglio non può essere giustificata solo dal caro-bollette – afferma il presidente Carlo
Rienzi – Il timore concreto è che si stiano registrando in questi giorni forti speculazioni sui
prezzi che sfruttano il conflitto scoppiato in Ucraina per aumentare in modo del tutto
ingiustificato i listini di beni di largo consumo come pane e pasta”.
Proprio per questo dopo i carburanti il Codacons, unica associazione ad aver presentato
denunce penali contro il caro-benzina che hanno portato all’apertura di una inchiesta da
parte della Procura di Roma, ha deciso di scendere in campo presentando un esposto ad
Antitrust e 104 Procure della Repubblica di tutta Italia anche in merito ai rincari di pane e
pasta.
“Mentre le quotazioni di grano duro e grano tenero sono in diminuzione sui mercati
internazionali, i prezzi dei prodotti derivati risultano in forte aumento nel nostro paese –
spiega il presidente Carlo Rienzi – Ad esempio a Milano un chilo di pasta è passato da
una media di 1,28 euro dello scorso novembre a 1,64 euro, con un rincaro del 28,1%. A
Firenze il prezzo medio sale da 1,15 euro/kg di novembre a 1,38 euro (20%). Rincari che
avvengono nonostante la pasta si produca col grano duro importato da Canada, Usa,
Messico o altre parti di Europa, zone non interessate dal conflitto”.
Nell’esposto il Codacons chiede a magistratura e Antitrust di inviare Nas e Guardia di
Finanza presso grossisti, intermediari, produttori, Gdo e panetterie, allo scopo di acquisire
la documentazione fiscale sulle bolle di acquisto della materia prima, per capire in quale
dei passaggi della filiera si annidino speculazioni che stanno massacrando le tasche dei
consumatori.