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CARTA DEI DIRITTI DEL MALATO PARTE II

COORDINAMENTO DI
ASSOCIAZIONI PER LA TUTELA
DELL’AMBIENTE E DEI DIRITTI
DI UTENTI E CONSUMATORI
CARTA DEI DIRITTI DEL MALATO - PARTE II
Carta della qualità e della sicurezza delle cure per pazienti e operatori sanitari
“La carta della qualità e della sicurezza delle cure per pazienti e operatori sanitari”
nasce per rispondere all’esigenza comune di fissare i diritti-doveri che cittadini e
professionisti reciprocamente si assumono, per assicurare un servizio sempre
migliore e contribuire a raggiungere livelli sempre più elevati di qualità e sicurezza.
Il Covid-19, che ha colpito a livello globale e in modo drammatico molti Paesi tra cui
l’Italia, ha messo a dura prova le Istituzioni nazionali e regionali e in maniera
particolare le strutture ospedaliere e sociosanitarie (RSA), il personale direttamente
coinvolto nei reparti e sul territorio (medici di medicina generale e pediatri di libera
scelta), le ASL e i Dipartimenti di prevenzione, etc.
Un’emergenza che ha riguardato l’intera collettività e ha richiesto impegno e
responsabilità a tutti i livelli: Stato, Regioni, Protezione civile, professionisti e
operatori sanitari e non sanitari, comunità scientifica, aziende, scuola e università,
associazioni civiche e di pazienti, la cittadinanza.
Abbiamo fatto esperienza che la sicurezza è una sfida che necessita di
collaborazione e sinergie virtuose, da non dimenticare e continuare a praticare
anche a cessata emergenza. Abbiamo avuto un esempio tangibile di quanto sia
importante adottare le misure di prevenzione per evitare il contagio di un virus
facilmente trasmissibile, in primis da parte degli operatori sanitari, dalle persone
assistite e dai caregiver.
Per fronteggiare l’emergenza sanitaria sono state impiegate misure di
prevenzione/sicurezza anche extra-ordinarie all’interno delle strutture, pur con
situazioni molto eterogenee sul territorio: in molti casi, si è resa necessaria una
riorganizzazione del personale e dei reparti, attraverso ad esempio percorsi
differenziati per gli ingressi e per le uscite in modo da regolare i flussi e consentire
una gestione dei percorsi interni in sicurezza, limitare al massimo le possibilità di
scambio e contatto e contenere eventuali contagi; si è limitato l’accesso alle
persone che presentavano parametri fuori norma della temperatura corporea e
della saturazione sanguigna, verificando inoltre che i dispositivi di protezione fossero COORDINAMENTO DI
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correttamente indossati per tutto il tempo di permanenza nelle strutture.
L’istituzione di unità operative dedicate a persone con sospetto o accertato COVID-
19, l’ampliamento di posti letto in terapia intensiva, laddove possibile e soprattutto
nella fase più critica, l’istituzione di reti professionali che hanno messo in comune
esperienze sulla diagnosi e terapia della malattia, l’approvvigionamento anche se
non sempre tempestivo (per carenza o contingentamento nella distribuzione) di
dispositivi e attrezzature sanitarie hanno permesso nel nostro Paese di arginare
lo “tsunami” COVID-19 nel nostro Paese.
Durante la pandemia, le società scientifiche sono scese in campo, mettendo a
disposizione esperienza e contributi scientifici finalizzati a gestire in sicurezza le
situazioni di carattere clinico- organizzativo e assistenziale che si sono presentate in
modo improvviso
Dal punto di vista dell’organizzazione sul territorio, si è cercato di garantire al
domicilio attività e prestazioni per pazienti più a rischio, mentre le prestazioni in
ambulatorio ove possibile sono state effettuate rivedendo la programmazione
all’ingresso per evitare assembramenti.
Durante l’emergenza, molti ambulatori e reparti ospedalieri sono stati chiusi o sono
rimasti parzialmente attivi, sospendendo l’“ordinario” e gestendo le sole urgenze.
Tale misura ha determinato un incremento delle liste d’attesa di tutte quelle
prestazioni (es. interventi, visite, esami) considerate differibili e che sono state
sospese durante il lockdown.
Tuttora, sono ancora necessarie misure di protezione per far fronte alla minaccia
infettiva quali monitoraggio dei parametri essenziali di chi accede alla struttura
sanitaria, lavaggio frequente delle mani, distanziamento interpersonale, uso
corretto di mascherine e gestione degli accessi ai servizi in sicurezza.
L’uso dei dispositivi di protezione individuale Dall’emergenza sanitaria delCovid-19
abbiamo imparato quanto sia importante utilizzare in modo corretto i dispositivi di
protezione individuale (DPI) e quanto sia essenziale l’adesione a comportamenti
sicuri da parte della collettività. In primis, la formazione e l’addestramento del
personale sanitario e socio-sanitario, anche sull’utilizzo dei DPI, devono avere un
continuum durante tutta la vita professionale divenendo prassi consolidata anche
dopo l’emergenza.
Inoltre, c’è ancora bisogno di lavorare sull’informazione chiara al cittadino perché COORDINAMENTO DI
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sia più consapevole dei rischi, incentivando l’uso coretto dei DPI come strumento di
prevenzione e di protezione della propria e dell’altrui salute e non come mero
obbligo. È fondamentale informare su come effettuare il lavaggio delle mani (es. con
quale frequenza e in quali circostanze), su come va indossata la mascherina, che è
importante mantenere il distanziamento di almeno un metro, che i dispositivi di
protezione hanno una efficacia limitata nel tempo e che bisogna sostituirli di
frequente. In Italia, il Gruppo di lavoro per la prevenzione e per il controllo delle
infezioni (IPC - Infection, Prevention and Control), nominato dall’Istituto Superiore
di Sanità a seguito dell’epidemia da COVID-19, ha fornito indicazioni per gli
operatori sanitari sull’uso dei dispositivi nei contesti assistenziali ; indicazioni in caso
di isolamento e assistenza sanitaria domiciliare per i familiari e per gli operatori
sanitari su come assistere a casa i pazienti affetti da coronavirus con una forma
clinica non grave (es. evitare la trasmissione del virus ad altre persone) ; indicazioni
su prevenzione e controllo delle infezioni da COVID-19 nelle strutture residenziali
sociosanitarie, ove le persone anziane, con cronicità e/o disabilità sono soggette
potenzialmente a maggior rischio di evoluzione grave, se colpite dal virus. Tali
Rapporti evidenziano l’importanza della prevenzione e il controllo delle infezioni
mediante un approccio scientifico e pratico finalizzato a prevenire i rischi causati
dalle infezioni per pazienti e operatori sanitari.
ADOTTARE comportamenti responsabili e pratiche cliniche per la sicurezza;
COINVOLGERE cittadini e professionisti per contare sulla loro expertise, individuare
i reali bisogni e attuare acquisti in sanità innovativi, di qualità, appropriati e
personalizzati;
FORMARE ed INFORMARE puntando sulla motivazione per creare consapevolezza
ed empowerment;
SORVEGLIARE e DOCUMENTARE i fenomeni infettivi;
MONITORARE attraverso strumenti di audit, con l’obiettivo di auto-valutarsi o farsi
valutare;
MISURARE gli ESITI per approntare azioni efficaci di prevenzione e di gestione del
rischio clinico;
TRASPARENZA rendendo consultabili le informazioni sulla struttura e pubblicando
periodicamente report dei monitoraggi su ICA e AMR;
VALORIZZARE l’uso di strumentazioni e servizi tecnologici innovativi di sanificazione COORDINAMENTO DI
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ambientale e sterilizzazione (es. adozione di Linee Guida/Indirizzo e capitolati di
appalto di servizi con criteri premianti per la tutela della salute e dell’ambiente);
VIGILARE e VERIFICARE periodicamente quanto prefissato e messo in atto.
Carta dei diritti del cittadino consumatore
Scritta nel 2000, è stata rivisitata nel 2008 alla luce delle novità normative che si sono
susseguite e delle tipologie di segnalazioni raccolte dai cittadini.
1. Diritto al servizio
Ogni cittadino ha il diritto ad accedere al servizio senza distinzione di sesso, di razza,
di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
2. Diritto all'informazione
Ogni cittadino ha il diritto a ricevere tempestivamente tutte le informazioni relative
all’erogazione del servizio e alle modalità di tutela.
3. Diritto alla trasparenza
Ogni cittadino ha il diritto di ricevere informazioni, comprensibili, chiare e
trasparenti in ogni fase del suo rapporto con l’erogatore del servizio (dalla fase
pubblicitaria-promozionale sino alla fase dell’eventuale recesso e reclamo).
4. Diritto alla scelta
Ogni cittadino ha il diritto di scegliere l’ente o l’azienda a cui rivolgersi per ricevere un
determinato servizio, e di poter comparare le condizioni economiche e le tecniche di
fornitura dello stesso.
5. Diritto all'equità contrattuale
Ogni cittadino ha il diritto di recedere dal contratto di fornitura e di accesso a un
determinato servizio, nel rispetto delle norme vigenti e senza sottostare a clausole
contrattuali palesemente vessatorie nei suoi confronti.
6. Diritto alla sostenibilità economica
Ogni cittadino ha il diritto di usufruire di servizi che siano non solo accessibili ma COORDINAMENTO DI
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anche sostenibili nel tempo da un punto di vista economico.
7. Diritto alla qualità
Ogni cittadino ha il diritto di usufruire di un servizio che corrisponda agli standard
previsti (dalle condizioni contrattuali e dalla Carta della qualità del servizio) e che
questi possano progressivamente migliorare.
8. Diritto alla sicurezza
Ogni cittadino ha il diritto di usufruire di un servizio erogato in modo sicuro dal
punto di vista dell’incolumità fisica, sicurezza ambientale, sicurezza economica e
tutela della privacy.
9. Diritto alla tutela
Ogni cittadino ha il diritto di attivare azioni di tutela, individuali e collettive, previste
dalle norme vigenti. In particolar modo devono essere favorite procedure di
risoluzione delle controversie alternative (ADR) improntate a semplificazione,
economicità e rapidità della procedura.
10. Diritto alla partecipazione civica
Ogni cittadino ha il diritto di svolgere un ruolo attivo nei processi di definizione,
erogazione e valutazione del servizio.